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La cartilagine: struttura e patologie
La cartilagine è un tessuto specializzato essenziale per il funzionamento delle articolazioni, composto da condrociti immersi in una matrice extracellulare ricca di collagene e proteoglicani e garantisce la fluidità dei movimenti, protegge le ossa dall’usura riducendo l'attrito e assorbendo gli urti, quindi un naturale ammortizzatore della mobilità articolare.
La struttura avascolare (non direttamente nutrita dai vasi) rende la rigenerazione della cartilagine limitata e particolarmente vulnerabile a: traumi, infiammazioni croniche e malattie degenerative come l’osteoartrosi che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.
Fattori genetici, metabolici ed ambientali possono compromettere queste caratteristiche come:
- Osteoartrosi: degenerazione progressiva della cartilagine.
- Condropatie traumatiche: danni da sovraccarico o traumi acuti.
- Patologie metaboliche articolari: alterazioni del metabolismo condrocitico.
Secondo uno studio di Goldring e Goldring (2007), l’osteoartrosi non è solo un fenomeno meccanico, ma una complessa interazione tra infiammazione, metabolismo e stress meccanici e sottolinea la necessità di interventi multidisciplinari che includano sia strategie preventive sia terapeutiche.
Per questo motivo, considerando i molteplici fattori che influenzano la salute articolare, un approccio terapeutico integrato permette di avere interventi personalizzati e di prevenzione a lungo termine.
Di seguito, esploreremo il contributo di ciascuna professione e tecnologia nel contesto della prevenzione e del trattamento delle problematiche cartilaginee.
Ruolo Medico:
Ortopedico e Radiologo:
La diagnosi precoce e il monitoraggio tramite imaging sono fondamentali.
L’ortopedico e il radiologo lavorano insieme per identificare precocemente i danni cartilaginei e monitorare la progressione delle patologie.
L'ortopedico interpreta gli esiti diagnostici, mentre il radiologo fornisce strumenti avanzati come la risonanza magnetica per valutare i danni cartilaginei.
L'ortopedico è centrale nella diagnosi e nel trattamento delle lesioni cartilaginee. In casi avanzati, può intervenire con tecniche chirurgiche come: trapianto di cartilagine o microfratture, per stimolare la rigenerazione del tessuto.
La risonanza magnetica è lo standard di riferimento per valutare la qualità della cartilagine e della presenza di eventuali infiammazioni o lesioni.(Guermazi et al., 2017).
In particolare, l’uso di tecniche di imaging avanzate come l’analisi della cartilagine tramite la finestra T2, permette di rilevare cambiamenti subclinici delle degenerazioni cartilaginee prima della comparsa dei sintomi consentendo diagnosi precoce ed interventi tempestivi.(Mosher et al., 2021, ;Guermazi et al. , 2017).
PRP-Platelet-Rich Plasma (plasma arricchito di piastrine)
Il PRP è una terapia rigenerativa emergente che utilizza fattori di crescita derivati dal sangue del paziente per stimolare la rigenerazione della cartilagine.
Secondo un articolo di Gomoll et al. (2019) le tecniche chirurgiche moderne, integrate con terapie biologiche come il PRP, stanno rivoluzionando il trattamento delle lesioni cartilaginee offrendo risultati promettenti in termini di rigenerazione e funzionalità.
Uno studio di Filardo et al. (2019), pubblicato su The American Journal of Sports Medicine, ha dimostrato che il PRP è efficace nel ridurre il dolore e migliorare la funzionalità articolare nei pazienti con osteoartrosi, soprattutto quando combinato con altri trattamenti.
Endocrinologo
Le alterazioni ormonali possono influenzare la salute della cartilagine. Ad esempio, condizioni come l'ipotiroidismo, la sindrome metabolica o il diabete possono accelerare il degrado cartilagineo e articolare.
L'endocrinologo ha quindi un ruolo cruciale nell’identificazione, gestione e trattamento di queste condizioni, contribuendo indirettamente alla protezione della cartilagine, intervenendo sul bilanciamento ormonale per preservare la salute articolare.
Lo studio di Berenbaum et al. (2018) sottolinea l’associazione tra l’infiammazione sistemica nelle malattie metaboliche, insulino-resistenza, come fattori di rischio per l’osteoartrosi e patologie articolari .
Uno studio di Kanazawa et al. (2020) ha evidenziato il ruolo dell'insulina e degli ormoni tiroidei nel mantenimento del metabolismo cartilagineo, sottolineando l'importanza di un controllo endocrinologico adeguato.
Oltremodo, la gestione del metabolismo lipidico riduce il rischio di degenerazione articolare nelle persone obese (Rivera et al., 2020).
Area tecnica:
Nutrizionista
Una nutrizione equilibrata e mirata può: prevenire e mitigare i danni cartilaginei grazie a nutrienti che modulano l’infiammazione, favorire la rigenerazione dei tessuti e sostenere il metabolismo cartilagineo.
Studi scientifici confermano che nutrienti come gli acidi grassi omega-3, le vitamine D e K, e gli antiossidanti possono contribuire alla salute cartilaginea.
Wang et al. (2021) evidenziano che un’alimentazione ricca di acidi grassi omega-3 riduce i biomarcatori infiammatori, in particolare associati all' osteoartrosi mostrando effetti protettivi sulla cartilagine articolare. Zhang et al. (2020) rinforza questa affermazione sottolineando come i grassi omega-3 riducono i mediatori infiammatori (come le prostaglandine E2).
Vitamina D e calcio sono essenziali per la salute osteoarticolare, soprattutto nelle donne in menopausa (Martini et al., 2018). Un articolo pubblicato da Zhang et al. (2020) ha evidenziato che la vitamina D è essenziale, con la vitamina C, per la sintesi del collagene e la mineralizzazione della matrice cartilaginea.
Antiossidanti: Molecole come la vitamina C e il resveratrolo proteggono la cartilagine dal danno ossidativo (Ahmed et al., 2019).
Inoltre, il controllo del peso corporeo e della massa grassa attraverso una corretta alimentazione riduce il carico sulle articolazioni, prevenendo l'usura della cartilagine.
Per maggiori informazioni o appuntamento contatta il biologo nutrizionista Dr. Massetti Alberto (www.ilbiologonutrizionista.net)
Osteopata
L’osteopata gioca un ruolo attivo nella prevenzione e nel trattamento delle disfunzioni biomeccaniche ed articolari che possono aggravare il deterioramento cartilagineo.
Le tecniche manuali favoriscono l’omeostasi articolare, migliorano la mobilità e riducono il dolore.
Interventi osteopatici specifici, come la mobilizzazione articolare e il rilascio miofasciale, migliorano la mobilità articolare riducendo le tensioni muscolari ed ottimizzando la distribuzione del carico sulle articolazioni.
Altri interventi manuali possono influenzare positivamente il metabolismo condrocitico riducendo i fattori infiammatori locali.
Un articolo di Gatti et al. (2018) evidenzia come la combinazione di mobilizzazione articolare e rinforzo muscolare migliori la qualità di vita nei pazienti con artrosi precoce .
Gilmour et al. (2018) dimostra come le tecniche osteopatiche migliorano il bilanciamento biomeccanico e riducono il sovraccarico articolare.
Recentemente Algharni et al. (2021), ha dimostrato che le tecniche manipolative osteopatiche riducono il dolore articolare, migliorano la funzione motoria nei pazienti con osteoartrosi, contribuendo indirettamente alla protezione della cartilagine residua.
Ad esempio, uno studio di Hunter et al. (2020) dimostra come l’intervento precoce attraverso cambiamenti nello stile di vita e terapie manuali riduca la progressione del danno articolare.
Per questo il lavoro con un fisioterapista, che si occupa di esercizi mirati per rafforzare la muscolatura periarticolare, migliora la funzione articolare.
Per maggiori informazioni o appuntamento contatta l'osteopata Matteo Montefiori (www.montefiori-osteopatia.it)
Fisioterapia
La fisioterapia rappresenta un pilastro della prevenzione e della cura per ripristinare la funzionalità articolare e prevenire ulteriori compromissioni locali.
Attraverso esercizi mirati, il fisioterapista può rinforzare i muscoli che supportano le articolazioni, migliorando la stabilità e riducendo lo stress sulla cartilagine.
In uno studio pubblicato da Bennell et al. (2017) su The Lancet, è stato dimostrato che i programmi di esercizio fisico strutturato migliorano significativamente la funzionalità articolare e riducono il dolore nei pazienti con osteoartrosi del ginocchio. Inoltre, tecniche come la terapia manuale e l'elettrostimolazione possono supportare il processo di guarigione.
Infatti un programma di riabilitazione attiva migliora significativamente la forza muscolare e la qualità della vita nei pazienti con artrosi precoce (Lohmander et al., 2020, ).
Esercizi eccentrici e stimolazione propriocettiva sono particolarmente efficaci nel recupero della stabilità articolare (Holsgaard-Larsen et al., 2019).
Per maggiori informazioni contatta Dr.ssa Barbara Giusti (www.bg-care.com)
Psicoterapeuta e Specialisti in Scienze Motorie
La gestione dello stress e l’attività fisica regolare influenzano indirettamente la salute articolare. Un approccio multidisciplinare che includa il supporto psicologico e un programma di esercizi personalizzato contribuisce alla prevenzione e alla gestione del dolore articolare.
Programmi di attività fisica adattata migliorano l’umore e la funzionalità articolare, come dimostrato da Chodzko-Zajko et al. (2019).
Il supporto psicologico aiuta i pazienti a gestire il dolore cronico e l’ansia correlata alle patologie degenerative (Riddle et al., 2020).
Conclusioni
La salute della cartilagine rappresenta un elemento cruciale per il benessere globale e richiede un approccio integrato, multidisciplinare e personalizzato, basato su evidenze scientifiche.
La collaborazione tra specialisti consente di affrontare le patologie articolari da prospettive diverse, promuovendo il benessere a lungo termine.
La ricerca continuae la pratica clinica integrata sono fondamentali per migliorare gli esiti per i pazienti e prevenire patologie degenerative.
Le evidenze scientifiche supportano l’efficacia di un modello multidisciplinare nella prevenzione e gestione delle patologie cartilaginee, migliorando la qualità della vita e riducendo i costi sanitari a lungo termine.