Nello studio di Burch et al., 2015 le cefalee sono più prevalenti nelle donne, con un rapporto di 3:1 rispetto agli uomini, specialmente per la cefalea emicranica.
L'emicrania è un disturbo molto comune, che colpisce circa l'11-12 % della popolazione adulta mondiale.
La prevalenza è più alta durante gli anni di massima produttività, tra i 25 e i 55 anni.
Lo studio di Stovner et al., 2018 riporta che la cefalea tensiva colpisce il 38% della popolazione mondiale
L'onere per la salute pubblica dell'emicrania è sostanziale a causa della sua elevata prevalenza e della notevole disabilità temporanea, incidente sulla vita soprattutto lavorativa.
La diffusa disabilità prodotta dall'emicrania è un obiettivo importante per il trattamento (RB Lipton et all 2001).
Questo impatto epidemiologico e la complessità della condizione cefalalgica, necessita quindi di un approccio multidisciplinare per affrontare il problema in modo completo e integrato.
Ruolo del Medico
Il medico è il primo punto di riferimento per chi soffre di cefalea.
Attraverso una diagnosi accurata, può determinare il tipo di cefalea (tensiva, emicrania, a grappolo) e prescrivere trattamenti farmacologici appropriati. Inoltre, il medico coordina il lavoro degli altri specialisti per un approccio terapeutico completo.
Il medico svolge un ruolo centrale nella diagnosi e nella gestione delle cefalee, utilizzando strumenti standardizzati per misurare l'impatto della patologia.
Secondo lo studio di Stewart et al., 2001 le scale più accreditate sono:
- Migraine Disability Assessment Scale (MIDAS): misura il grado di disabilità causato dalle cefalee in termini di giornate di lavoro perse;
- Headache Impact Test (HIT-6): valuta la gravità dell’impatto della cefalea sulla vita quotidiana.
Questi strumenti sono fondamentali per monitorare l'efficacia dei trattamenti e adattarli in base ai progressi del paziente.
Ecografia: L'ecografista ha un ruolo critico nel diagnosticare condizioni vascolari che potrebbero essere alla base della cefalea. L'ecografia Doppler, ad esempio, può essere utilizzata per esaminare anomalie o reflusso sanguigno delle arterie vertebrali o carotidee.
Ruolo del Nutrizionista
La dieta ha un ruolo cruciale nel prevenire e sostenere una condizione di cefalea emicranica, soprattutto se ricorrente.
Alimenti come caffè, cacao e cioccolato, alcol, glutammato di sodio, alimenti eccessivamente salati (salumi e affettati), sovraccarichi epatici, carenze di magnesio e di vitamine del gruppo B dovuti a una nutrizione sbilanciata sono stati associati all'aumento della frequenza e intensità dell’emicrania (Pavlov, C. S., et al,2021; Zaeem et al., 2016).
Il biologo nutrizionista può fornire un piano nutrizionale personalizzato per ridurre i fattori scatenanti ottimizzando l'apporto di nutrienti essenziali, riducendo lo stato infiammatorio per migliorare la salute neurologica e ridurre gli episodi.
Osteopatia e Terapie Manuali
Le cefalee di tipo tensivo, che rappresentano circa il 38% delle cefalee globali, spesso hanno un’origine muscoloscheletrica. In questo contesto, l’osteopatia e le terapie manuali sono utili per alleviare il dolore e migliorare la mobilità della colonna cervicale (Fernández-de-las-Peñas et al., 2016). Manipolazioni e tecniche miofasciali mirano a ridurre le tensioni muscolari, diminuendo la frequenza e l’intensità delle cefalee. Le evidenze suggeriscono che l’approccio manuale può essere complementare a trattamenti farmacologici, specialmente nei pazienti con cefalee croniche (Ferracini et al., 2017). Oltremodo l’approccio alle fasce profonde ed ai rifessi viscerali, sia del sistema gastroenterico che vascolare o degli organi cranici (occhio, orecchio, mandibola), permettono di integrare un approccio multidisciplinare nei quadri di cefalea.
Ruolo delle Scienze Motorie
L'esercizio fisico è stato a lungo riconosciuto come un fattore protettivo contro la cefalea, in particolare per l’emicrania. Studi mostrano che l’attività aerobica regolare, come camminare o il nuoto, può ridurre la frequenza e la severità degli attacchi emicranici, con un meccanismo legato all’aumento delle endorfine e al miglioramento del tono vascolare (Dittrich et al., 2008).
Un esperto in scienze motorie può quindi sviluppare programmi di esercizi personalizzati per i pazienti con cefalea, focalizzati su esercizi posturali e rinforzo muscolare, migliorando anche la mobilità e la stabilità del tratto cervicale.
Psicoterapia e Approccio Cognitivo-Comportamentale
La comorbidità tra cefalea cronica, ansia e depressione è ben documentata. Il 40% delle persone con cefalea cronica soffre anche di disturbi dell'umore (Seng et al., 2021).
In aggiunta, la cefalea è frequentemente associata a stress psicologico che può alterare la regolazione del sistema nervoso autonomo, aumentare la tensione muscolare, contribuendo all’insorgenza di cefalee tensive acute o alla cronicizzazione dell'emicrania (Buse et al., 2020; Lake et al., 2019).
La psicoterapia, e in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è efficace per modificare le percezioni negative e i comportamenti legati al dolore. Studi mostrano che il biofeedback e le tecniche di rilassamento muscolare progressivo possono ridurre l’intensità del dolore e migliorare la qualità della vita dei pazienti cefalalgici (Miro et al., 2022). La CBT aiuta i pazienti a sviluppare strategie di coping migliori e a gestire lo stress, che è uno dei principali fattori scatenanti per le cefalee, e migliorare la qualità della vita dei pazienti (Martin et al., 2018).
Conclusione
Le cefalee, data la loro prevalenza e il loro impatto sulla qualità della vita, richiedono un approccio interdisciplinare per una gestione ottimale. L’integrazione di medici, nutrizionisti, osteopati, esperti in scienze motorie e psicoterapeuti permette di affrontare la cefalea dal punto di vista sintomatico considerando i fattori di rischio individuali e ricercando anche le cause sottostanti.
Questo approccio, supportato da linee guida internazionali e strumenti di valutazione riconosciuti, garantisce un miglioramento significativo nella gestione di una sintomatologia che continua a essere una delle principali cause di disabilità globale.
Fonti:
Burch et al., "The prevalence and impact of migraine and severe headache in the United States: Updated statistics from government health surveillance studies," 2015.
Fernández-de-las-Peñas et al., "Trigger Points in Tension-Type Headache," Cephalalgia, 2016.
Seng et al., "Psychological Treatments for Headache Disorders," 2021.
Stewart et al., "Development and Testing of the Migraine Disability Assessment (MIDAS) Questionnaire," 2001.
Modern nutrition in health and disease di Catherine Ross, 2015.